sabato 14 febbraio 2015

L'autosufficienza Alimentare non è un Miraggio


foto e testo di Gianpaolo Danieli

Chissà se gli ingegneri e gli architetti che hanno costruito in questo territorio borghi e città, trasformandolo e mutandolo a misura d’uomo, hanno pensato all’impronta architettonica e funzionale che avrebbe avuto l’agricoltura sul territorio. Uno dei disegni dell’epoca raffigurava Pontinia e i suoi edifici principali, come un esempio di città giardino. E infatti così suddivisa, con i canali che l’attraversano, le fasce frangivento a protezione dei piccoli riquadri coltivabili, Pontinia è una città giardino. Un piede fuori dal canale Botte o dal Sisto, dove finiscono edifici industriali e abitativi, le linee rigide delle suddivisioni catastali raccontano il lavoro di mani nella terra. Una terra ricca di sostanze minerali, di humus per il suo lungo trascorso da palude, una terra che ha donato varietà di cereali, frutti e ortaggi in evoluzione con la storia agricola dell’Italia. Basterebbe solo immaginare lo splendore architettonico che mille e più orti biodiversi potrebbero ridisegnare la nuova identità comunale. Lasciare per un attimo da parte i fattori produttivi di crescita e tutte le tesi finanziarie, per poter sognare ad occhi aperti un territorio agricolo nuovo, dove l’urbano si integra alla perfezione con elementi permaculturali, grandi orti sinergici che producono cibo buono senza pesticidi, ad impatto quasi zero, giardini di frutti dimenticati, varietà autoctone riscoperte, frangivento di eucalipto curate e ampliate da altre essenze arboree, allevamenti al pascolo, lunghe distese di erbai naturali, grani antichi e campi di sovescio colorati di fiori, profumi di erbe officinali e persone felici delle proprie tradizioni contadine pronti a scambiare i doni e i saperi della terra. Stiamo vivendo un periodo che chiamano “Crisi”, per via del grande sistema produttivo che muore, perché nuove conoscenze scientifiche prenderanno il sopravvento sulle teorie del passato. Una piccola frattura nel sistema si sta aprendo, quale miglior momento nella storia dell’uomo per mettere in pratica, un modello sostenibile, ecologico e più umano? In tutta Italia, il fenomeno della Resilienza, ovvero la scienza di adattarsi al cambiamento è già in atto. il progetto “Italia che Cambia”, tratto dal lavoro editoriale di Daniel Tarozzi “Io faccio Così”, ha già mappato 671 nuove realtà. Ecovillagi, Borghi abbandonati rivissuti con pratiche ecosostenibili, Orti Urbani, Gruppi d’Acquisto Territoriali, Comuni Virtuosi, Sentieri Bioregionali e Reti di Economia Solidale sono gli esempi attivi. Ma non solo in Italia; Come ci dimostra il docufilm “A New We”, in Portogallo c’è l’ecovillaggio Tamera, il Krishna Valley in Ungheria, lo Schloss Galrisegg in Svizzera, e poi anche in Francia e in Spagna; La Gran Bretagna e l’Irlanda detengono il primato con circa duecentocinquanta comunità. Non è un caso che a Todmorden è nato il progetto Incredible Edible, il quale prevede che entro il 2018 la città sarà totalmente autosufficiente di frutta e verdura. In che modo? Aiuole di cibo negli spazi pubblici e grandi frutteti in pieno centro urbano, dove le persone possono prendere il cibo, in cambio di una mano per mantenere in vita le aiuole coltivate. Ad oggi se ne registrano circa ventuno nuove comunità di questo genere, ma non solo aiuole e frutteti, ma anche istruzione e consapevolezza del cibo e del cambiamento in atto. Pontinia in quale modo sta rispondendo al cambiamento? E quali progetti potranno ridare linfa al paese nel prossimo futuro? Studiosi del paesaggio o del processo creativo ancora non ne abbiamo, ma presto un cambio generazionale sarà d’obbligo, noi de Il Chinino speriamo che la Resilienza abbia la meglio anche per il nostro piccolo comune di appena ottanta anni.