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lunedì 2 marzo 2015
sabato 14 febbraio 2015
L'autosufficienza Alimentare non è un Miraggio
foto e testo di Gianpaolo Danieli
Chissà
se gli ingegneri e gli architetti che hanno costruito in questo territorio
borghi e città, trasformandolo e mutandolo a misura d’uomo, hanno pensato
all’impronta architettonica e funzionale che avrebbe avuto l’agricoltura sul
territorio. Uno dei disegni dell’epoca raffigurava Pontinia e i suoi edifici
principali, come un esempio di città giardino. E infatti così suddivisa, con i
canali che l’attraversano, le fasce frangivento a protezione dei piccoli
riquadri coltivabili, Pontinia è una città giardino. Un piede fuori dal canale
Botte o dal Sisto, dove finiscono edifici industriali e abitativi, le linee
rigide delle suddivisioni catastali raccontano il lavoro di mani nella terra.
Una terra ricca di sostanze minerali, di humus per il suo lungo trascorso da
palude, una terra che ha donato varietà di cereali, frutti e ortaggi in
evoluzione con la storia agricola dell’Italia. Basterebbe solo immaginare lo
splendore architettonico che mille e più orti biodiversi potrebbero ridisegnare
la nuova identità comunale. Lasciare per un attimo da parte i fattori
produttivi di crescita e tutte le tesi finanziarie, per poter sognare ad occhi
aperti un territorio agricolo nuovo, dove l’urbano si integra alla perfezione
con elementi permaculturali, grandi orti sinergici che producono cibo buono
senza pesticidi, ad impatto quasi zero, giardini di frutti dimenticati, varietà
autoctone riscoperte, frangivento di eucalipto curate e ampliate da altre
essenze arboree, allevamenti al pascolo, lunghe distese di erbai naturali,
grani antichi e campi di sovescio colorati di fiori, profumi di erbe officinali
e persone felici delle proprie tradizioni contadine pronti a scambiare i doni e
i saperi della terra. Stiamo vivendo un periodo che chiamano “Crisi”, per via
del grande sistema produttivo che muore, perché nuove conoscenze scientifiche prenderanno
il sopravvento sulle teorie del passato. Una piccola frattura nel sistema si
sta aprendo, quale miglior momento nella storia dell’uomo per mettere in
pratica, un modello sostenibile, ecologico e più umano? In tutta Italia, il
fenomeno della Resilienza, ovvero la scienza di adattarsi al cambiamento è già
in atto. il progetto “Italia che Cambia”, tratto dal lavoro editoriale di
Daniel Tarozzi “Io faccio Così”, ha già mappato 671 nuove realtà. Ecovillagi,
Borghi abbandonati rivissuti con pratiche ecosostenibili, Orti Urbani, Gruppi
d’Acquisto Territoriali, Comuni Virtuosi, Sentieri Bioregionali e Reti di Economia
Solidale sono gli esempi attivi. Ma non solo in Italia; Come ci dimostra il
docufilm “A New We”, in Portogallo c’è l’ecovillaggio Tamera, il Krishna Valley in Ungheria, lo Schloss Galrisegg in
Svizzera, e poi anche in
Francia e in Spagna; La Gran Bretagna e l’Irlanda detengono il
primato con circa duecentocinquanta comunità. Non è un caso che a Todmorden è nato il progetto Incredible
Edible, il quale
prevede che entro il 2018 la città sarà totalmente autosufficiente di frutta e
verdura. In che modo? Aiuole di cibo negli spazi pubblici e grandi frutteti in
pieno centro urbano, dove le persone possono prendere il cibo, in cambio di una
mano per mantenere in vita le aiuole coltivate. Ad oggi se ne registrano circa ventuno
nuove comunità di questo genere, ma non solo aiuole e frutteti, ma anche
istruzione e consapevolezza del cibo e del cambiamento in atto. Pontinia in
quale modo sta rispondendo al cambiamento? E quali progetti potranno ridare
linfa al paese nel prossimo futuro? Studiosi del paesaggio o del processo
creativo ancora non ne abbiamo, ma presto un cambio generazionale sarà
d’obbligo, noi de Il Chinino speriamo che la Resilienza abbia la meglio anche
per il nostro piccolo comune di appena ottanta anni.
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