Questo è il mio primo articolo di musica, scritto a giugno 2010 e pubblicato nel primo numero del "Il Chinino".
Ambrogio Sparagna, il Corsaro musicale alla ricerca di nuovi Tesori Culturali
Abbiamo raggiunto
il maestro al termine dello spettacolo “FRA-FRE-FRO” Canti, Conte e
Burattini dove si è gentilmente concesso per un'intervista.
Leggo
dalla sua ricca biografia molteplici collaborazioni con nomi importanti
della canzone. Oggi che effetto prova lavorare con i bambini delle
scuole?
"Lavorare
con le nuove generazioni significa lavorare con il futuro. E’ molto
impegnativo ma nello stesso tempo è una grande gioia. Quest’anno ho
avuto il piacere di entrare nell’attivo ambiente scolastico, vera e
propria fucina d’iniziative. I tre straordinari concerti: quello di
Natale, stornelli saporiti sulle tradizioni alimentari e il terzo che ha
suscitato un entusiasmo generale all’Auditorium di Roma nella
manifestazione "Si Canta Maggio" - per celebrare la tradizione del canto
sociale - sono stati realizzati dal Coro delle Centocinquanta voci di
Pontinia delle quinte elementari Don Milani ".
Definisce lo spettacolo di questa sera come una favola surreale, può spiegarci meglio cosa intende?
"Insieme a Erasmo Treglia, Valentina Ferraiuolo e alle abili capacità teatrali di Maurizio Stammati, riporto in superficie un repertorio di “canti alla reversa”,
sono questi che danno l’impronta surreale all’atto narrativo. Ne nasce
una farsa di situazioni di grande comicità. Uno spettacolo di magia del
ricordo. Il riportare in superficie le memorie culturali è come fare
l’archeologo con i reperti interrati, noi lo facciamo con la cultura
popolare e la memoria è in funzione del ritrovamento di passaggi
culturali utili per reinterpretare forme e generi del folklore".
Quale approccio ha posto in primo piano in funzione del progetto con i bambini?
"L’esperienza
che ho avuto è stata di ricerca delle fonti orali e di archivio che
mette in rilievo un’operazione importante per la crescita dei ragazzi,
il poter distinguere tra i diversi materiali, costituisce un atto di
critica e di apprendimento partecipato diverso dalla fruizione passiva".
Pontinia città giovane che fatica a ritrovare una tradizione comune caratterizzante, quali idee ci riserva?
"Una cosa da fare è scoprire il senso dei luoghi. Un consiglio che posso darti è di leggere il nuovo romanzo di Pennacchi che documenta la “vita collettiva” di un’epoca, raccontando la particolarità di questi posti. Occupandomi di tradizioni popolari dove il vero significato del termine “Tradizione” è: “Trasferire”,
sento la necessità di trasferire i saperi e possiamo farlo svolgendo
azioni che ridisegnino il giusto interesse di questi luoghi".
Indagare sulla “vita collettiva” significa ricercare un’identità popolare comune?
"Pontinia è un crogiuolo di culture – ce ne sono talmente tante – che provengono da diverse parti d’Italia, mi sento come un Corsaro alla ricerca di nuovi Tesori Culturali,
ma anche un istigatore che cerca di coinvolgere. Bisogna valorizzare
quello che hai e continuare a incuriosire i ragazzi che sono il tramite
con il futuro".
Un moderno maestro della tradizione popolare
Nato a Maranola (LT), figlio di musicisti tradizionali, studia Etnomusicologia con Diego Carpitella. Fonda la prima scuola di musica popolare contadina in Italia da cui nasce la Bosio Big Band. Compone con Giovanni Lindo Ferretti, diventa Maestro concertatore del Festival la Notte della Taranta e
viene nominato dal Ministro dei Beni Culturali consulente nella
Commissione ministeriale per la tutela e promozioni delle tradizioni
popolari. Nell'estate del 2007 fonda l'Orchestra Popolare Italiana dell'Auditorium Parco della Musica di Roma. Attualmente consulente per il teatro Fellini di Pontinia e con il circolo didattico cittadino.
Nessun commento:
Posta un commento