martedì 31 luglio 2012

La Musica in Giardino, un immersione nell'oceano di suoni, culture e danze

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La terza edizione di “Musica in Giardino”, è alle porte, non resta che visitare il panorama sonoro che l’Associazione Arte e Teatro ha immortalato nel consolidato appuntamento estivo. Come in un giardino segreto, Paola Sangiorgi, la direttrice del Teatro Fellini, conduce i suoi fautori nel meraviglioso mondo del classicismo musicale. Una spinta verso un oceano di suoni, culture e danze, fa cadere il pubblico nel profondo mare del sapere musicale. Per immergersi nell’ascolto bisogna conoscere e le edizioni di musica in giardino sono una buona guida per un primo salto. Si inizia mercoledì primo agosto dalle ore 21.30 sul sagrato della Chiesa Sant’Anna con un recital-concerto “Passaggi” guidato dalla regia e dal pianoforte di Giovanni Monti. Il quartetto, con il flauto di Sara Natalizi, la chitarra di Alessandro Girotto e il contrabbasso di Luca Nobile, sperimenta le capacità di coesistenza di differenti generi musicali: musica popolare italiana d’autore, da film e internazionale. Il tre agosto è la chitarra classica di Gilson Antunes, nel teatro Fellini a ridisegnare spaziando in pieno stile brasiliano, un repertorio di autori del fine Ottocento - Novecento. Roberto Victório, Alexandre Tansman, Agustin Barrios Mangoré, Federico Mompou, sono alcuni dei nomi del programma di Antunes, esecutore di un classicismo tardo barocco, post-romantico, contaminato da saggezza popolare brasiliana. Lo spettacolo che ci regalerà, è inserito nel programma della diciottesima edizione del chitarra festival "FABRITIO CAROSO" da Sermoneta diretto da Stefano Raponi. Il cinque agosto nel piazzale J.F.Kennedy, dove risiede la cultura dell’Agro (vedi MAP_Museo Agro Pontino), la Compagnia Algeciras infuocherà l’asfalto con uno spettacolo di danza e musica a cura di Paolo Monaldi. L’integrazione musicale è sinonimo d’integrazione culturale, non c’è miglior posto per ritornare per un attimo a galla e mettere in discussione la mescolanza di musica e danza come esempio di dialogo fra civiltà, di sinergia e scambio fra tradizione andalusa e cultura mediorientale attraverso il flamenco. Dopo una boccata d’aria, l’immersione continua il sette agosto, questa volta finalmente nei giardini del Comune (ingresso via Mameli), dal repertorio gitano, si passa al tango d’ascolto, con la cantante uruguayana Ana Karina Rossi e il pianista argentino Horacio Gomez. Il dieci agosto si potranno vedere le stelle con Mauro Zazzarini, apprezzato jazzista di Sabaudia e il quartetto “Blues Inn”. Si conclude domenica dodici, sempre in giardino, tornando metaforicamente in spiaggia a raccogliere conchiglie con il repertorio della canzone d’autore napoletana, interpretata da Lucia Viglianti e Antonello Vannucchi. “Musica in Giardino”, immerge il pubblico di Pontinia in un raffinato percorso musicale. Le acque profonde della cultura musicale si mescolano con la stagnazione di un paesaggio palustre, quando in piena estate tutto si asciuga.

sabato 7 luglio 2012

Pontinia dal 13 luglio, la tredicesima edizione del Festiva Rock&Blues

Il Festival Rock & Blues dell’Officina culturale Papyrus accende l’estate Pontiniana. 

La volontà è quella di ritornare al buon vecchio blues riletto in una chiave moderna, intriso di nuove contaminazioni musicali. Quest’anno la scaletta è orientata tra l’America, l’Inghilterra e l’Italia. S’inizia il 13 luglio con i Dead Shrimp (Alessio Magliocchetti Lombi: Dobro e chitarra, Sergio De Felice: Voce, Gianluca Giannasso: batteria), trio romano attivo nella capitale dal 2010 che attinge dalle sonorità radicate nel delta del Mississipi. La band si cimenta nell’interpretazione dei grandi maestri del genere, quali Robert Johnson, Mississippi Fred McDowell, Blind Willie Johnson, spaziando dal delta blues, al gospel, dal ragtime ai canti di lavoro. A seguire i 24 pesos (UK), con il loro set energico riescono a creare un vero muro sonoro. In scena dal 2008, approdano sulle riviste specializzate con il loro secondo album, aggiudicandosi un successo di critica come migliora band e miglior album con quattro nomination. L’album “The Boogie Worm” prodotto dal bassista Silas Maitland è un album crossover Blues. Non c’è blues migliore se quello ascoltato dal vivo, questo può assicurarcelo Alex Cepollari o'rey (chitarra e voce) accompagnato dalla sua band: Simone Scifoni al piano e Mimmo Antonini alla batteria, Arcangelo Spina al contrabbasso. Sabato 14 sarà una serata di grande Blues, Swing e West Coast Blues, dapprima con la finestra locale (Alex Cepollari) e poi con l’americano Bill Toms. Noto ai più come chitarra solista degli Houserockers di Joe Grushecky, nome conosciutissimo nel giro degli amanti la musica di Bruce Springsteen. Non pretende altro che il sano Rock‘n’Roll da periferia urbana, sia ballato euforicamente come una ciurma impazzita. La voce di Toms è roca quanto basta per urlare la sua insoddisfazione. Domenica 15 luglio sarà il momento della CigarBox di John Farr in arte Hollowbelly (UK). Considerato il Jack White inglese, unisce rabbia, senso del blues e punk in una miscela contagiosa e di grande attrazione sul pubblico. Non poteva mancare un one man band a chiudere il festival. Direttamente dalle strade di New Orleans e dai festival della Lousiana, arriva Randy Cohen con il suo esplosivo show. Infine Demetria Taylor, anche lei americana concluderà uno dei festival più longevi della provincia. 

Rubrica JumpAroundMusic 
Pubblicato su Il Chinino n.3 anno 2 
Giugno 2012

domenica 1 luglio 2012

"Little Max Blues" tre generazioni in un basso

Quanta strada ha percorso in questi anni, solo lui può dircelo. Massimo Centra, per i più, conosciuto come “Massimetto” o meglio “Little Max Blues”, il piccolo grande bassista che ha rivoluzionato con il suo fare silenzioso ma deciso, la cultura musicale di Pontinia.

Esordisce nella lunga intervista che mi ha dedicato, con “mi piace suonare”; il che potrebbe sembrare ovvio, ma nel racconto della sua vita da musicista, c’è tutta l’essenza di chi si dedica con dedizione alla musica. Sono gli anni novanta l’origine dell’impulso creativo, la scelta del basso elettrico come strumento che lo accompagna tutt’oggi e i primi concerti con i Crossroads, a dare l’impronta Blues all’immagine di un Massimetto che non si accontenta facilmente. “Mi trovavo in un locale a Reggio Emilia a suonare in una jam session, quando ricevetti una valanga di applausi, capì che dovevo andare avanti, specialmente quando mi accorsi che tra il pubblico c’era Luciano Ligabue”. L’impegno nello studio è stato fondamentale, due anni all’accademia “Musica&Musica” di Latina con Pino Saracini sono stati una spinta propulsiva, “Pino mi ha dato anima e corpo, per lui come per me, è stata una scommessa vincente”. L’impegno nello studio è continuato anche dopo le esperienze live con i Tizio e Caio, nel periodo in cui Pino (basssista del gruppo) era in tournée con Tullio De Piscopo. “Andavo a verificare a Roma gli studi mese per mese da Massimo Moriconi - storico bassista di Mina - , mi ha aperto completamente la testa”. Inizia l’attività live, alla ricerca della sua strada, dopo aver battuto quella del Blues da John Mayer a Jim Croce fino a Alex Britti, considerato da Massimetto tra i migliori Bluesman italiani, “me lo ricordo ancora quando è venuto al Festival Rock&Blues nel 93’ a bordo di una Fiat Uno”, racconta. Massimo poi si orienta verso nuove influenze. “Nel 98 con i Pongo Sbronzo a Latina abbiamo aperto il concerto di Vinicio Capossela, poi nel 2000 arrivano i Ragazzi col Ciuffo”. Il genere Rockabilly, lo porta indietro nel tempo, fino ad arrivare allo swing con i Ceno Da Solo. Le preferenze musicali cambiano, dai primi ascolti Blues si passa al jazz stravagante di Nina Zilli e Simona Molinari allo swing di Peter Cincotti. Cambia anche l’attitudine e lo studio, dal basso elettrico al contrabasso. “Quando ho ripreso a suonare con i Ceno da Solo, ho iniziato a studiare il contrabasso, tutto un altro mondo, perchè - sottolinea - il suono con il contrabasso lo fai tu”. La strada delle collaborazioni è tutta in salita. Con gli Electric Mad, insieme a Fabio Conti, Marco Libanori e il contributo di Enzo Provenzano, nasce l’idea di performance, per dare tutte le emozioni del Blues. Ma le Performance non finisco per Massimetto, l’ultima a ottobre insieme a Elisa Pasciuti, ballerina della "Modulo School", è stata un’esperienza sensazionale, “nel musical The Mask, ho composto un brano jazz-swing anni 50’, abbiamo duettato ritmicamente io con il contrabasso e lei ballando il tip e tap”. Massimo ha fatto della musica perno centrale delle sue relazioni, dove ruotano tantissime collaborazioni, come l’ultima insieme a Ludovica Maiorino e Alex O’Relly, nel progetto Soul. Ma non dimentichiamoci anche la direzione di un Festival Blues con l'associazione Papyrus, anche in questo è l’esempio dell’energia silenziosa che raccoglie intorno a lui tantissima gente condividendo la passione della sua vita. A pochi giorni dai suoi 40 anni, ci racconta: “Io ho vissuto con tre generazioni di musicisti qui a Pontinia, dai lontani Cross Road, con Fabio Conti e poi con Andrea Periati dei Ragazzi col Ciuffo, fino ad oggi con voi che mi venite a chiedere consigli e a condividere gusti musicali”.

Dalla rubrica JumpAroundMusic
de Il Chinino 6 dicembre 2011
di Gianpaolo Danieli

Green Passion, idee e opinioni sul campo da Golf

In seguito al nuovo progetto avviato dall’amministrazione comunale nell’ultimo consiglio, che prevede l’insediamento di un campo da golf in zona Quartaccio/Cotarda che si estenderà per 26 ettari di terreno, “Il Chinino” ha raccolto le riflessioni della pubblica piazza. La “Vox Populi” è risultata eterogenea e, sin dai primi ascolti, poco informata sulla questione. Infatti, i cittadini hanno energicamente denunciato la mancanza di trasparenza e reclamato una maggiore informazione da parte delle istituzioni. Allora, ponendo la giusta documentazione all’attenzione degli abitanti della zona, tra altalenanti «no, no, no, sono contro» e «oh oh oh, si che figo!», sono state registrate le prime calde riflessioni in merito. Evidente è la rottura tra favorevoli e contrari, mentre in pochi hanno preferito ponderare i pro e i contro del progetto. 
Favorevoli: prevalentemente credono che la nuova attività, «se aperta a tutti, potrebbe rivelarsi una buona proposta commerciale», come sostiene Maria. «È sicuramente un modo per creare un indotto lavorativo nel paese», sostengono Dario ed Emanuele. A loro si aggiunge Adriana, sicura che un campo da golf «alzerebbe il livello d’interesse per un’area sperduta, portando un giro di soldi estraneo all’economia di Pontinia». 
Contrari: hanno molte obiezioni da fare in materia. «È un progetto estemporaneo che non risolve la situazione lavorativa di Pontinia. Il consiglio comunale sembra seguire i discorsi del momento e meno un’idea di sviluppo ben programmata», spiega Paolo Cima. «Il comune è a conoscenza che ci sono problemi prioritari?», gli fa eco Alessia. Molti ne fanno anche un problema di sostenibilità ambientale: «Il green deve restare sempre green», dichiara Roberto, facendo riferimento ai 2mila metri cubi di acqua giornalieri necessari per l’irrigazione, «oltre a pesticidi e fertilizzanti, poco ecosostenibili e virtuosi», aggiunge Silvia. A quest’ultima categoria si avvicinano anche i punti di vista degli sfiduciati, che pensano che il progetto non vedrà mai la luce perché «il golf è uno sport da benestanti, destinato a persone d’élite», come sostiene Susi, aggiungendo che «Quartaccio ha bisogno di tutt’altro tipo di progetto aggregativo», e dei disfattisti come Davide e sua madre: «Del campo resteranno solo le buche – dichiarano –, è soltanto un pretesto colorato per fare speculazione edilizia e destinare terreni agricoli a scopo turistico, o per la costruzione di bungalow». Infine, ci sono gli speranzosi come Luigi, che si augura che il progetto «porti indotto, interesse e lavoro, e che non sia appaltato alle solite ditte esterne che portano fuori dal paese la nostra economia». 
 
I numeri Ufficiali del Progetto 
In data 13-12-2010 la ditta Galiero Aurelio, Iannozzi Iva e la Soc. Filebo hanno presentato una proposta di variante al piano regolatore per la realizzazione di un campo da golf da 9 buche in località Quartaccio, con annessi e servizi di supporto, che interessa una superficie di circa 26 ettari di terreno in zona agricola. Verrà coperta un massimo di un cinquantesimo di superficie del lotto (indice fondiario 0,02 mc/mq), per una volumetria di 5mila e 185,38 metri cubi. Parcheggi in progetto 3mila e 920 metri cubi. Fonte: Delibera di Giunta comunale di Pontinia

Articolo di Enrico Bellissimo e Gianpaolo Danieli
pubblicato su Il Chinino numero 6 dicembre 2011

Tormentopoli, quando l’ascolto era condizionato

I Righeira icona pop italiana degli anni 80’, al loro esordio conosciuti come Michael & Johnson Righeira, nel 1985 trovano il successo partecipando a Un disco per l’estate e vincendo il Festivalbar, con “L'estate sta finendo”, canzone in ritmo Ska con incursioni elettroniche tipiche di quegli anni. Per noi che l’estate è finita, passata veloce con eventi culturali e musicali i quali hanno caratterizzato la nostra città: dalla “Notte Bianca” a Max Gazzè, da “Una voce da…Pontinia” al Festival “Rock & Blues” ai Legittimo Brigantaggio, rimane da capire quale Hit rappresenta la bella stagione italiana. E’ difficile scoprirlo dal momento che sono cambiati i punti di riferimento. Un disco per l’estate e Festivalbar sono morti e sepolti e rinominati in Mtv Summer Song e Wind Music Award, ma l’effetto è cambiato. Oggi con le nuove tecnologie e il web prima su tutte il download e i social network, si sono frammentate le preferenze di ascolto. Un approfondimento quasi patologico ci ha incastrato in canali confezionati per ogni singolo utente. Se negli anni 80’ i Righeira vincevano per le vendite dei loro dischi, per il riconoscimento sociologico del brano che avveniva tramite l’ascolto condizionato di radio e TV, oggi, l’imprescindibile accanimento mediatico ci regala tanti piccoli consumatori divisi, questo almeno per gli operatori del settore. Il tormentone dell’estate è morto. Forse la gente ha finalmente deciso di iniziare a scegliere, d’altronde l’estate prima era un disco al massimo due oggi è una playlist. 

Dalla rubrica JumpAroundMusic
de Il Chinino ano 1 numero 5
Ottobre 2011 di
Gianpaolo Danieli

Quando si dice Combat Folk

Il Combat Folk dei Legittimo Brigantaggio approda sul palco di piazza Indipendenza. 

Sarà un ferragosto caldo, armato di un linguaggio tagliente, caustico a tratti ironico, in bilico su immaginazione e suggestione. I Legittimo Brigantaggio sono sicuramente una band ricca d’energia che sfodera repertori socio-politici come vuole la tradizione folk. Nell’immaginario poetico dipinto dai nuovi banditi senza tempo, c’è tutta la realtà vissuta da chi sente di appartenere alla cultura delle zone Lepine e delle parti più alte dell'Agro Pontino. Importante ricordare nel 2007 il sodalizio con l’illustre etnomusicologo Ambrogio Sparagna. La loro musica ben radicata nel territorio racconta storie, vissute e immaginate che conduce l’ascoltatore a riflettere sulla figura di personaggi dal calibro del “signoredellescatoleparlanti” o brani come "Colpo grosso all'Asinara", forte di una vena polemica e critica verso il malcostume della politica italiana. Nel loro ultimo lavoro: “Il cielo degli esclusi”, prediligono arrangiamenti di violini, fisarmoniche, tamburi e collaborazioni storiche ed eccellenti: da Betty Vezzani dei Modena City Ramblers a Paolo Enrico Archetti Maestri degli Yo Yo Mundi, componenti dei Wogiagia, Riserva Moac, Nicodemo, Rein e u’Papadia. I LB hanno trovato fin dall’inizio la strada da percorrere senza troppi preamboli. Tra i festival più importanti del Lazio ricordiamo: Le vie dei Canti, Zona Rossa, Maggio Sermonetano, Il primo Maggio di Roma, Voci per la Libertà, Una Canzone per Amnesty, di Rovigo aggiudicandosi il prestigioso Premio della Critica con il brano: “Il Gioco del Mondo”. Partecipano al M.E.I di Faenza e si piazzano secondi nella classifica delle web radio. Il 15 Agosto non prenderti le ferie, a farti saltare in aria ci pensano i Legittimo Brigantaggio!

Dalla rubrica JumpAroundMusic
de Il Chinino Anno 1 numero 4
Agosto 2011 di
Gianpaolo Danieli

Il Meccanismo del buon vecchio Blues

Indipendente e famoso, il buon vecchio blues sopravvive al Pontinia Rock & Blues Festival.

15 16 e 17 Luglio i tre giorni di Blues
L’Officina Culturale Papyrus si riconferma alla sua XII edizione con il Pontinia Rock & Blues Festival. Luglio suona bene con Waines, Junior Watson, Stan Ridgway, Marco Pandolfi, Moreland & Arbuckle
Il meccanismo innescato è quello di far conoscere ogni volta del buon vecchio blues, questa volta con l’aggiunta di una ricerca musicale underground e indipendente. Quest’anno nonostante le difficoltà economiche sono riusciti a portare nella provincia annacquata, nomi importanti del blues. A dare il via alla rassegna venerdì 15 Luglio, arriveranno dalla Sicilia i Waines: band giovane molto apprezzata per i loro possenti riff di chitarra granitici e batteria tellurica imbastiti da una miscela acida di Garage, Hard-blues e Psych alla Blues Explosion, White Stripes, AC/DC e Motörhead. Messi in luce grazie anche a un malizioso e geniale videoclip presentato al PIVI 2009 del brano “Let Me Be”, quasi nelle trame di un Beck sonnambulo. Segue la leggenda blues Californiana: Junior Watson, che approderà sul palco dell’anfiteatro “Giovanni Verga” dopo aver navigato le rive del vecchio fiume. Session-man più richiesto, nomination per il 25st "Annual W.C. Handy Blues Awards", come miglior chitarrista blues contemporaneo, ha saputo dare vita a uno stile innovativo radicato nella tradizione del Blues, del Jazz e dello Swing. Il sabato sera è tutto per il cantautore polistrumentista statunitense Stan Ridgway, che trasporterà il pubblico sulle note del suo ultimo buon disco di western-folk: Neon Mirage. Leader negli anni‘80 della band New wave californiana:Wall of Voodoo, in cui spiccavano sonorità da spaghetti western, è giunto alla notorietà del grande pubblico con l'album "The Big Heat". Dopo aver calcato il palco di migliaia di festival blues italiani ed europei, Donnie Romano, ci farà scoprire il sound autentico, nudo e crudo del rock & blues, insieme a Oscar Abelli (batteria e percussioni) e Martin Lotti (basso). Domenica 17 Luglio a chiudere sarà Marco Pandolfi, un ottimo armonicista, apprezzato già in diverse produzioni italiane e la giovanissima band del Kansas: Moreland & Arbuckle, vincitori dell’Indie Acoustic Project 2009. A colpi di un trascinante power-blues, assisteremo ad un live sensazionale, dove le distorsioni dell'armonica di Arbuckle sono accompagnate dai riff energici di Moreland. Anche questa volta, come da consuetudine, l’ingresso sarà gratuito, all’interno dell’area concerti ci sarà lo staff ad attendervi al “Bluesbar”, per dissetare la vostra voglia di musica e birra, e al “Rockstore” con le T-shirt cult del Rock & Blues Festival.

Jump Around Music
Il Chinino Anno 1 numero 3
Giugno 2011

Arrivano da Saturno i tre musicisti romagnoli

La campana suona per avvertirci l’arrivo dell’astronave ricca di suoni analogici. Sono i “Saluti da Saturno” il gruppo capitanato da Mirco Mariani, collaboratore storico di Vinicio Capossela a salire sul palco del Fellini domenica 27 Marzo. S’inizia con un carillon che disperde tra le file piene del teatro la melodia di un tempo che mai più ritorna, trascinando dietro a se “L'ultimo giorno d'estate “. A dar il via allo show è uno dei brani più intensi “Come foglie”, in cui la voce quasi recitante di Bruno Orioli è avvolta da un grappolo di note al piano. Distese sonore lasciano spazio al terzo brano, ma prima d’iniziare “Hotel miramar”, la Flexible Orchestra con il dolce suono della giostra meccanica, da veri romagnoli che sono invitano a seguire il “pianobar” futuristico elettromeccanico da più vicino. Il maestro Mirco Mariani nella sua astronave dai mille comandi si accompagna al piano e come in un sogno dedica “Di profumo e pietre scure” che riporta su strade di un pop delicato. Il suono di una radiolina scorre in sottofondo accendendo un set ritmico costante di drum machine, lasciando il passo alla malinconica “L'ombra”, dove una sirena da guerra ulula riportandoci indietro nella storia. Segue “Cinema”, un brano che ricorda l’importanza della settima arte, fotografando gli attimi della nascita del cinema in Italia. Seguire la musica dei SdS è come ritrovare il sentiero di “Casa”, piccola perla in levare costruita con strumenti quali l’optigan, il mellotron e omnichord suonati dal maestro, mentre Mirko Monduzzi alla chitarra suona un esotico riff blueseggiante. Si chiude un capitolo sonoro più intimista e narrativo come in un film noir. La seconda parte dello show riaccende l’entusiasmo del pubblico con “Parlare con Anna”, il brano che dà il titolo all’album. Una canzone d’amore che con candore e sincerità trasognata, ben si sposa all’atmosfera sospesa creata dal gruppo. Allora senza limiti a guardar la luna e il cielo per scorgere la presenza di Saturno, un tango stile anni trenta “Valdazze” ci accompagna con l’immaginazione verso la città dei musicisti. Proiettati nel viaggio-sogno, il saltellante mantra ipnotico di “Letami” scuote la scena per poi riappoggiarsi con delicatezza in “Luce”, una ninna nanna dolce seguita da “ballata appassionata” un malinconico pop da camera che richiama echi di Eels. Una chitarra appena accennata e un filo di fiato in “Le tue mani” riapre lo spettacolo, ecco lì di nuovo nelle loro postazioni a chiudere con il bis “filo di lana”. I Saluti Da Saturno (Mirco Mariani, Bruno Orioli e Mirko Monduzzi), sono la nuova musica italiana. Confezionata con accortezza artigianale e con ricerca sperimentale sui timbri, lasciano il pubblico del teatro Fellini appagati e soddisfatti con una macumba sensoriale a tratti sudamericana “tra noi”.
Articolo di Gianpaolo Danieli
Prima Fotografia tratta da http://www.ipool.it/
Fotografie di Lorenza Lorenzon

La tinta rosa del Phunk

Da Roma a Boston, passando per Pontinia, i Pink Puffers raccontati da Cristian Lombardi.  
Ho il piacere d’intervistare Cristian Lombardi,nostro concittadino e percussionista della banda.  

Quando hai iniziato a suonare nei “Pink Puffers”? 
«Era il maggio 2008, spinto dalla voglia di sperimentare formule diverse rispetto alle rock band, cercavo da tempo una situazione dove potevo entrare in contatto più liberamente con il pubblico e alla fine ho trovato i Pink Puffers». 

Vi definite una drum’n’brass phunk band, puoi spiegarciche significa? 
«Il termine phunk è l’insieme di punk e funk, due generi musicali che derivano dal rock. Le drum’n’brass band sono bande di fiati (ottoni), integrate dalle percussioni. Nascono agli inizi del novecento a New Orleans, città dove la vita scorre tranquilla, tutt’altro rispetto alla frenesia di New York. In occasione dei riti funebri dietro al feretro, una brass band procedeva a ritmo lento coinvolgendo folle di persone, per poi vederli di ritorno dal cimitero con repertori più gioviali e ritmi accelerati». 

Dal dolore alla festa di Carnevale, siamo nel pieno del periodo di Carnevale, quali sono le prossime date? 
«Su invito del comune di Roma, suoneremo nella mattinata di sabato 5 marzo a Boccea, e il pomeriggio saremo al centro sociale occupato Spartaco, quartiere Tuscolano. Domenica mattina a Civitavecchia per la sflata dei carri allegorici e domenica 13 marzo al Carnevalone Liberato di Poggio Mirteto: la famosa festa che ricorda l’autoliberazione del paese dal giogo dello stato pontificio nel 1862, una grande celebrazione dal forte valore simbolico». 

Siete una street band e di strade ne avete percorse tante, anche internazionali. 
«Sì. Ero da poco entrato nella banda quando siamo partiti per il tour fin ora più importante della mia vita. Un tour americano che ci ha visti partecipi d’importanti rassegne: Brooklyn (New York), e Honk Festival di Boston. Suonavamo ovunque, nelle strade con le altre band, nelle università, nei teatri e nelle feste private. Un’altra grande esperienza è stato il festival Des Fanfares di Montpellier, in Francia». 

Parlami dell’esperienza nelle strade del tuo paese l’estate scorsa per il Rock’n’Blues Festifal. «Pontinia ha reagito benissimo allo stimolo dei Pink Puffers, sono rimasto sorpreso del calore trasmesso. Il cordone umano danzante che ci ha accompagnato da Piazza Indipendenza all’Anfiteatro Verga è stato stupendo». 

Aspettando di vederli tornare nelle strade di Pontinia, per poter continuare a danzare a ritmo phunk, rimanete sintonizzati sulla stazione Pink Puffers sul sito www.pinkpuffers.com 

Dalla rubrica JumpAroundMusic 
de Il Chinino Anno 1, numero 1 marzo 2011 
di Gianpaolo Danieli