domenica 1 luglio 2012

"Little Max Blues" tre generazioni in un basso

Quanta strada ha percorso in questi anni, solo lui può dircelo. Massimo Centra, per i più, conosciuto come “Massimetto” o meglio “Little Max Blues”, il piccolo grande bassista che ha rivoluzionato con il suo fare silenzioso ma deciso, la cultura musicale di Pontinia.

Esordisce nella lunga intervista che mi ha dedicato, con “mi piace suonare”; il che potrebbe sembrare ovvio, ma nel racconto della sua vita da musicista, c’è tutta l’essenza di chi si dedica con dedizione alla musica. Sono gli anni novanta l’origine dell’impulso creativo, la scelta del basso elettrico come strumento che lo accompagna tutt’oggi e i primi concerti con i Crossroads, a dare l’impronta Blues all’immagine di un Massimetto che non si accontenta facilmente. “Mi trovavo in un locale a Reggio Emilia a suonare in una jam session, quando ricevetti una valanga di applausi, capì che dovevo andare avanti, specialmente quando mi accorsi che tra il pubblico c’era Luciano Ligabue”. L’impegno nello studio è stato fondamentale, due anni all’accademia “Musica&Musica” di Latina con Pino Saracini sono stati una spinta propulsiva, “Pino mi ha dato anima e corpo, per lui come per me, è stata una scommessa vincente”. L’impegno nello studio è continuato anche dopo le esperienze live con i Tizio e Caio, nel periodo in cui Pino (basssista del gruppo) era in tournée con Tullio De Piscopo. “Andavo a verificare a Roma gli studi mese per mese da Massimo Moriconi - storico bassista di Mina - , mi ha aperto completamente la testa”. Inizia l’attività live, alla ricerca della sua strada, dopo aver battuto quella del Blues da John Mayer a Jim Croce fino a Alex Britti, considerato da Massimetto tra i migliori Bluesman italiani, “me lo ricordo ancora quando è venuto al Festival Rock&Blues nel 93’ a bordo di una Fiat Uno”, racconta. Massimo poi si orienta verso nuove influenze. “Nel 98 con i Pongo Sbronzo a Latina abbiamo aperto il concerto di Vinicio Capossela, poi nel 2000 arrivano i Ragazzi col Ciuffo”. Il genere Rockabilly, lo porta indietro nel tempo, fino ad arrivare allo swing con i Ceno Da Solo. Le preferenze musicali cambiano, dai primi ascolti Blues si passa al jazz stravagante di Nina Zilli e Simona Molinari allo swing di Peter Cincotti. Cambia anche l’attitudine e lo studio, dal basso elettrico al contrabasso. “Quando ho ripreso a suonare con i Ceno da Solo, ho iniziato a studiare il contrabasso, tutto un altro mondo, perchè - sottolinea - il suono con il contrabasso lo fai tu”. La strada delle collaborazioni è tutta in salita. Con gli Electric Mad, insieme a Fabio Conti, Marco Libanori e il contributo di Enzo Provenzano, nasce l’idea di performance, per dare tutte le emozioni del Blues. Ma le Performance non finisco per Massimetto, l’ultima a ottobre insieme a Elisa Pasciuti, ballerina della "Modulo School", è stata un’esperienza sensazionale, “nel musical The Mask, ho composto un brano jazz-swing anni 50’, abbiamo duettato ritmicamente io con il contrabasso e lei ballando il tip e tap”. Massimo ha fatto della musica perno centrale delle sue relazioni, dove ruotano tantissime collaborazioni, come l’ultima insieme a Ludovica Maiorino e Alex O’Relly, nel progetto Soul. Ma non dimentichiamoci anche la direzione di un Festival Blues con l'associazione Papyrus, anche in questo è l’esempio dell’energia silenziosa che raccoglie intorno a lui tantissima gente condividendo la passione della sua vita. A pochi giorni dai suoi 40 anni, ci racconta: “Io ho vissuto con tre generazioni di musicisti qui a Pontinia, dai lontani Cross Road, con Fabio Conti e poi con Andrea Periati dei Ragazzi col Ciuffo, fino ad oggi con voi che mi venite a chiedere consigli e a condividere gusti musicali”.

Dalla rubrica JumpAroundMusic
de Il Chinino 6 dicembre 2011
di Gianpaolo Danieli

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