sabato 23 marzo 2013

Al Map il progetto Rewetland. L’attenzione all’ecosistema viene dall’Europa.


Ieri venerdì 22 marzo presso il Museo dell’Agro Pontino è stato presentato il progetto REWETLAND (Widespread introduction of constructed wetlands for a wastewater treatment of Agro Pontino), finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma LIFE+ 2008. Il progetto dimostrativo e sperimentale di fitodepurazione delle acque, prevede la redazione di un Programma integrato di Riqualificazione Ambientale nell’Agro Pontino, territorio caratterizzato da condizioni critiche d’inquinamento dei corpi idrici, dovute principalmente all’attività agricola intensiva. Obiettivo del progetto è sperimentare e sviluppare una serie di trattamenti biologici per la riduzione dell’inquinamento diffuso da fitofarmaci e la bio-attenuazione dei carichi inquinanti attraverso l’impiego di strumenti di fitodepurazione diffusa quali fasce ecotonali, ecosistemi filtro e zone umide artificiali. Nella seconda tappa di presentazione del progetto, si è parlato d’interventi che si attueranno su tutto l’Agro Pontino (circa 700 kmq), operando perciò non su un singolo corso d’acqua, ma considerando l’intera rete dei canali di bonifica (2200 km) come un unico oggetto d’intervento, cosa che presuppone un cambio radicale nelle tecniche attuali di manutenzione dei canali e in generale di gestione del territorio e del paesaggio. Non è solo un progetto a carattere scientifico, il fattore culturale e politico non è da escludersi. Perché c’è da considerare e avere quell’onesta intellettuale di dire che la grave situazione d’inquinamento che viviamo oggi è dettata da scelte amministrative territoriali sbagliate e dall’insieme di comportamenti errati nella produzione agricola intensiva. Le leggi possono essere mediatrici, ma il punto di partenza sono i comportamenti umani. Così come in Europa che non vengono al momento vietati i pesticidi killer delle api (e dell’uomo), anche qui da noi nel Pontino, molte prassi inquinanti sono fatte passare senza controlli e con l’assenza di leggi specifiche che limitino l’inquinamento. Secondo l’articolo, preso dalla pagina web di Informare per Resistere, imidacloprid, clothianidin e thiamethoxam sono i principali pesticidi che uccidono le api, e il parlamento Europeo composto dai ventisette stati, in quest’ultima seduta non li ha messi al bando. I tredici voti favorevoli dei paesi tra cui l’Italia, non sono serviti a vietare i tossici veleni. La Commissione, ora può elaborare una nuova proposta o sottoporre l’attuale a un più alto organo di rappresentanza degli Stati membri. “Ora l’Italia e la Commissione Europea non devono piegarsi alla pressione di aziende quali Syngenta e Bayer”, spiega la responsabile Greenpeace Federica Ferrario.

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